DOPO I SUCCESSI DI VENEZIA SBARCA DOMANI A NUORO NELLA GIORNATA CONCLUSIVA DEL SIEFF SALVATORE MEREU CON TAJABONE.
DOPO I SUCCESSI DI VENEZIA SBARCA DOMANI A NUORO NELLA GIORNATA CONCLUSIVA DEL SIEFF SALVATORE MEREU CON TAJABONE.
IL FILM PORTA IN SCENA LE VICENDE DEI RAGAZZI DI DUE SCUOLE DELLA PERIFERIA CAGLIARITANA
Dopo il Festival di Venezia, Salvatore Mereu porta il suo Tajabone al Sardinia International Film Festival di Nuoro, appuntamento dedicato alle produzioni internazionali etnografiche che domani celebra la sua ultima giornata di proiezioni.
La visione di Tajabone, che è una coproduzione dell’ISRE, è anche l’ultimo film (fuori concorso) della rassegna (oltre cinquanta pellicole per altrettante ore di programmazione con lavori provenienti da 25 paesi diversi) che si conclude domani con la cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni in concorso (premio Grazia Deledda per il miglior film, premio per il miglior film prodotto e ambientato nei paesi del Mediterraneo, premio per il miglio film di autore sardo, premio per il film più innovativo).
A indicare i vincitori sarà la giuria internazionale di esperti composta da Frank Heldemann dell’Università di Monaco, Judith McDougall del Centre for Cross- cultural Research, Australian National University, Antonio Marazzi, dell’Università di Padova e Rossella Ragazzi dell’Università di Trombe in Norvegia.
Intanto, cresce l’attesa per la prima sarda di Tajabone, film che è una piccola cronistoria di un anno passato da Mereu con i ragazzi delle scuole medie di via Schiavazzi e di via Meilogu nei quartieri difficili alla periferia di Cagliari. Mereu lavora con i ragazzi, li guida fino alla creazione di un racconto. Nel film i ragazzi intessono trame di vita vissuta, raccontano il loro sogni e i loro primi amori e non li sfiora l'ansia del successo ma intuiscono l'importanza del momento per la loro crescita. Sono i primi a meravigliarsi che la loro vita di studenti, figli di immigrati e di adolescenti italiani, le loro ansie, i loro sogni e i loro amori diventino protagonisti di una storia cinematografica. Nasce così Tajabone, non un termine sardo ma senegalese che indica il giorno di una festa musulmana all'interno del Ramadan: la data in cui gli angeli scendono in terra e si occupano di cose buone.
Si rafforza così il legame tra il regista dorgalese e l’istituto superiore regionale etnografico, che prima di Tajabone ha sostenuto con convinzione altri due precedenti lavori di Mereu (Ballo a tre passi e Sonetaula). <Senza l’ISRE non avrei mai potuto realizzare e concludere i miei film>, ha detto Salvatore Mereu, <nei confronti dell’istituto ho una grande riconoscenza e si può dire che c’è stata in questi anni una condivisione di intenti e di vedute. I miei film infatti si inquadravano bene nel focus e nell’attività dell’ISRE che presta attenzione al taglio documentaristico e etnoantopologico>.
La XV Rassegna Internazionale di Cinema Etnografico presso l'Auditorium dell'Istituto Superiore Regionale Etnografico. La Rassegna dell’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna (ISRE) si tiene a Nuoro ogni due anni e rappresenta una delle poche occasioni in Italia nelle quali sia possibile assistere alle più significative produzioni internazionali del cinema etnografico.
Oggi, per la giuria e il pubblico è stato possibile assistere agli altri tre film sardi in concorso: Senza ferro di Giuseppe Casu, Cancelli di fumo di Francesco Bussalai e Arturo torna dal Brasile di Marco Antonio Pani. Sono invece complessivamente cinque invece i film che verranno presentati nella giornata di domani, sabato 25 settembre, fuori concorso (quattro vincitori del concorso Avisa indetto dall’ISRE che premia dei progetti di giovani autori sardi e li finanzia trasformandoli in progetti) più la coproduzione dell’istituto Tajabone.
Domani le proiezioni dei film degli autori sardi iniziano nel primo pomeriggio (15.30) con la pellicola del ricercatore nuorese Fabio Calzia, che ha firmato Il Re dei poliziotti. Seguirà la visione del singolare film di animazione Le fiamme di Nule di Carolina Melis, raffinata disegnatrice che da anni vive e lavora a Londra; Gianni Tetti nel suo Un passo dietro l’altro, infine “L’evidente armonia delle cose” di Elena Morando. <Il festival si conferma anche questa volta un evento di grande spessore capace di coniugare la quantità dei tanti film, il crescente numero delle presenze degli spettatori, oltre tremila in cinque giorni, alla qualità delle pellicole provenienti da ben 25 paesi diversi>, ha detto il Presidente dell’ISRE Salvatore Liori, <La Regione con l’ISRE sa di avere e valorizzare un patrimonio di conoscenze e di professionalità importanti capaci di unire tradizione e contemporaneità rafforzando il senso di identità della nostra isola>.
Ufficio Stampa SIEFF 2010
Luca Urgu