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LA NUOVA SARDEGNA - A Nuoro il meglio del cinema

NUORO. È una sorta di sguardo del cinema sul mondo. La rassegna internazionale di cinema etnografico (Sieff: Sardinia International film festival), giunta alla sua XIV edizione, ogni due anni trasforma Nuoro nella capitale del cinema antropologico. Da lunedì prossimo, fino a domenica 21, 38 film selezionati tra il meglio della produzione mondiale verranno proiettati nell’auditorium del museo della vita e delle tradizioni popolari sarde, sul colle di Sant’Onofrio. Emilio Asproni, presidente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico, ha parlato di numeri importanti. «Quest’anno sono pervenuti 326 film da tutto il mondo. Un lavoro difficile per il Comitato di selezione, composto da nomi di prestigio come David McDougall, la portoghese Catarina Alves Costa, Marc-Henri Piault e lo stesso direttore dell’Isre Paolo Piquereddu. Le 38 opere selezionate concorreranno per quattro premi: il «Grazia Deledda», per il miglior film, il premio per il miglior film prodotto e ambientato in Paesi del Mediterraneo, quello per il miglior film di autore sardo e, infine, il film più innovativo». Asproni ha anche ricordato come il festival, che dall’anno della sua fondazione alla XII edizione aveva una caratterizzazione monotematica, dal 2006 predilige una formula più aperta. Un aspetto, quello della caratterizzazione decisamente etno-antropologica della rassegna, su cui ha insistito molto lo stesso Paolo Piquereddu. «Una grande novità di quest’anno rispetto alle passate edizioni è la tipologia dei film in concorso e chi li produce. Mentre prima, infatti, anche i film girati in Asia o in Africa erano opera di cineasti e antropologi europei o americani, da quest’anno si sono affacciati anche autori non occidentali. È il segnale che, anche nella produzione del cinema etnografico, l’Occidente sta perdendo il suo primato. Un altro grande cambiamento è la presenza femminile, che quest’anno è impressionante. Un’altra conferma importante di qualcosa di più vasto che sta accadendo a livello globale». I film sardi in concorso saranno quattro ma il programma della rassegna non comprenderà solo la proiezione dei film. Quest’anno, infatti, sarà ospitata a Nuoro la riunione del Caffe (Coordinating anthropological film festival of Europe). «È una sorta di associazione informale che riunisce i responsabili dei festival europei di cinema antropologico. L’incontro di Nuoro sarà l’occasione per ragionare sulle possibili forme di collaborazione, a cominciare dal problema non secondario di trovare un coordinamento per non sovrapporre eventuali date». Non si dovrà ripetere, insomma, quello che capiterà proprio durante questa settimana quando, in concomitanza con la rassegna nuorese, si terrà a Cagliari il blasonato Prix Italia. Anche se c’è di buono che, in quell’occasione, la Rai presenterà la versione televisiva del film “Sonetaula” di Salvatore Mereu, non solo a Cagliari, ma anche in altre città sarde. Domenica, a partire dalle 18,30, il film di tre ore e dieci minuti sarà proiettato nell’auditorium del museo del costume. Tema centrale della tavola rotonda del Caffe sarà «La scrittura visiva dell’etnografia», in cui antropologi e cineasti discuteranno del rapporto irrisolto tra lo scrivere e il fare film. Ma la novità più ghiotta per il pubblico del festival è rappresentata dalla possibilità di poter rivedere, grazie all’innovativo servizio interattivo «Video on Demand», i film che non è stato possibile seguire. Grazie all’ausilio di dieci postazioni, in una sala apposita del museo di via Mereu, gli utenti potranno non soltanto rivedere i film che si erano persi, ma anche quelli delle edizioni passate della rassegna. Intanto, per un’intera settimana (si è concluso proprio ieri), dodici giovani armati di videocamera hanno indagato con sguardo antropologico la città di Nuoro, sotto la guida misurata e illuminante di David Mac Dougall, l’autore del celebre documentario “Tempus de baristas”.
Gianluca Corsi