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L’UNIONE SARDA - Da Bollywood al poeta barbaricino: a Nuoro il festival del cinema etnografico

Dal cinema di Bollywood alla valigia piena di libri del vecchio ambulante barbaricino; dalla storia del bengalese immigrato a Roma al coraggio della contadina di un piccolo villaggio della Cambogia.
Al via lunedì prossimo, a Nuoro, la Rassegna internazionale del cinema etnografico. La manifestazione biennale, organizzata dall'Istituto superiore etnografico, è diventata una delle più importanti vetrine delle produzioni internazionali del cinema della cultura popolare e antropologico.
Tante le storie narrate dai film che partecipano alla rassegna barbaricina. Lunedì l'inaugurazione con “La macchina da presa e la mente”, prolusione di David MacDougall, componente del comitato di selezione. Nel pomeriggio la proiezione di “Umbrella”, pellicola arrivata dalla Cina, con la storia di un gruppo di operai che lavorano giorno e notte in una fabbrica di ombrelli; e poi un film della Guinea: “End of the Rainbow”, che narra dell'attivazione di una miniera d'oro in Africa. Martedì, undici le proiezioni in programma: “All In This Tea”, un film su David Lee Hoffman, importatore di tè famoso in tutto il mondo; due produzioni sarde: “La valigia di Tidiane Cuccu”, di Umberto Siotto e Antonio Sanna (un doppio ritratto dell'ambulante senegalese e del vecchio venditore di libri in lingua sarda), e “Paleoliche” di Francesco Cabras, sulle pale eoliche di Bonaita. In agenda anche un film di Vittorio Moroni, produzione Italia e Bangladesh: “Le ferie di Licu”, che ripercorre la vicenda di un giovane bengalese immigrato a Roma, dove è ben integrato, che torna nel suo paese per sposare la ragazza che i genitori hanno scelto per lui. Quindi film dell'India, della Germania, di Israele, dell'Etiopia, del Portogallo, del Brasile e della Russia. Si prosegue fino a domenica 21 settembre con la proiezione dei film fuori concorso e, alle 18 e 30, la cerimonia di premiazione.